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Enrico Baj,
Forma cranica
, 1952, olio e smalto su tela
> Le opere di Crippa e Baj nella Galleria delle Arti Liberali
relazione dell’opera con lo spazio. La tela stessa
diventa spazio, un diaframma che si può aprire
e attraversare. I giovani che seguono Fontana in
questa sua riflessione sono numerosi. Tra il 1948
e il 1953 vengono redatti sei manifesti sul tema.
Tra i molti artisti che si avvicinano alla filosofia di
Fontana ci sono personalità quali Crippa, Dova
e Peverelli, che aprono con la loro ricerca nuovi
indirizzi stilistici in seno al movimento.
Nello stesso clima culturale, all’inizio degli anni
Cinquanta, Enrico Baj e Sergio Dangelo fonda-
no il Movimento Arte Nucleare. Colpiti dai pro-
gressi della fissione atomica – in particolar modo
dall’impiego sconsiderato di queste scoperte per
motivi bellici, come era da poco avvenuto a Hi-
roshima e Nagasaki – essi riflettono sull’energia
della materia, rappresentando nelle loro opere
“l’uomo nucleare e il suo spazio”. Il loro mezzo
espressivo è la pittura, spesso spinta verso pro-
cedimenti sperimentali, quali il tachisme, il frot-
tage o l’impiego di pittura a olio emulsionata o
smalto.
Per tutto il decennio degli anni Cinquanta e per
buona parte di quello successivo, Milano cono-
sce una stagione artistica di sorprendente fertili-
tà. Proprio in quel clima nasce, nel 1962, il sodali-
zio, breve ma intenso, tra cinque artisti uniti dalla
volontà di proporre una riflessione sulla pittura
come valore espressivo-scritturale. Sono Agosti-
no Ferrari, Ugo La Pietra, Ettore Sordini, Angelo
Verga e Arturo Vermi: i membri del Gruppo del
Cenobio. Ciascuno proviene da un’esperienza
pittorica di matrice diversa (come ben dimostra
l’opera di Angelo Verga esposta in mostra, da-
tata 1957, ancora di ispirazione nucleare). Nel-
la ferma volontà di star lontani dalle logiche del
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