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Giovane, Antonio Busca, Giuseppe Nuvolone, Fede-
rico Bianchi, Giovanni Stefano Doneda e Giovanni
Ghisolfi. Al piano terra le decorazioni sono limitate ai
soffitti a volta, al centro dei quali si trovano uno o più
medaglioni. (…) Gli affreschi del piano nobile cele-
brano il potere del casato. Qui gli ambienti possono
essere suddivisi in due zone: quella d’alta rappre-
sentanza, detta “degli stemmi gentilizi” affacciata sul
fronte del palazzo, verso l’Esedra, e quella privata
dei quartieri maschili, verso Sud. L’ambiente più so-
lenne e grandioso di tutto il complesso monumentale
è il Salone d’onore, denominato dei Fasti Romani.
(…) Gli affreschi sono ripartiti in due distinti momenti:
nel primo sono rappresentati i capi di Roma, da Ro-
molo a Augusto, nel secondo è stata decorata una
balaustra dalla quale si affacciano personaggi in abiti
seicenteschi: dame e signori, musicisti, contadini e
mendicanti. L’altra grande attrattiva del piano nobile
è costituita dalle boscherecce. Le sale sono affresca-
te con scene naturalistiche, le quali non sono inserite
in una struttura architettonica ma occupano intera-
mente le pareti. Nella zona dei quartieri privati ma-
schili, si trova la Galleria delle statue: su un lato sono
raffigurate simbolicamente le arti liberali, sull’altro le
statue dei personaggi che le resero grandi: Aristarco,
Cicerone, Zenone, Omero, Zeusi, Arione, Pitagora.
A metà della parete Sud della Galleria, si apre l’ora-
torio di San Pietro Martire, luogo di culto riservato
esclusivamente ai componenti della famiglia. Sul
lato Nord-Ovest del palazzo, sorge un’altra cappella,
ricordata nei documenti come l’oratorio dell’Angelo
Custode e di S. Antonio da Padova. (…)
La ricerca di un nuovo rapporto con l’esterno e con
la natura circostante, confermato dai rimandi verso
il parco ottenuti mediante l’invenzione della loggia
e dalla ricca presenza di piante e animali negli af-
freschi degli interni, trova un’originale e suggestiva
espressione nel Ninfeo, un prolungamento dell’ala
nord verso il giardino. Caratterizzato da una deco-
razione in mosaico di sassi è un luogo alla riflessio-
ne e allo studio. Un tempo era ricco d’acqua e di
piante e costituiva il principale luogo di delizia della
dimora. Il giardino di Palazzo Arese Borromeo si ri-
chiama alla grandiosa impostazione all’italiana, con
un’accentuata influenza francese, e si sviluppa su di
una superficie di quasi dieci ettari. (…) Il giardino è
adornato di edicole e tempietti che costituiscono il
punto d’arrivo dei viali principali e conferiscono allo
spazio verde un’aria classicheggiante. All’estremi-
tà meridionale sorge il Tempietto del Fauno, una
costruzione seicentesca a croce greca con angoli
smussati, completata da una cupola sferica, sorretta
esternamente da un tiburio e sormontata da una sta-
tua. Sotto il pavimento si trova una ghiacciaia che,
un tempo, serviva per conservare i cibi da consu-
marsi durante i rinfreschi nel parco. Altro pregevole
edificio è l’uccelliera, riservata, come indica il nome
stesso, all’alloggiamento di volatili. (…) Attraverso il
portale monumentale del giardino, un tempo si giun-
geva alla riserva di caccia, fatta recintare ai primi del
Settecento e riservata alle battute cui erano invitati
pochi ospiti eletti.
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