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Alla neoclassica villa Filippini è stata affidata la se-
zione più contemporanea del progetto. Per una pre-
cisa scelta curatoriale tesa a una maggiore chiarez-
za narrativa nel percorso, si è deciso di terminare
il nostro viaggio nel collezionismo brianteo con la
generazione di artisti nati tra gli anni Cinquanta e
l’inizio dei Sessanta, le cui opere sono entrate nel-
le raccolte private del territorio a partire dagli anni
Novanta. Spostarsi nell’ambito più attuale – come
peraltro Tracce di contemporaneo ha invece ampia-
mente fatto nelle sue prime tre edizioni – significava
aprire strade troppo sinuose e ancora non storica-
mente codificate. Difficile, infatti, è riuscire a traccia-
re le tendenze di gusto e a comprendere le ragioni
della presenza nelle collezioni di artisti di giovane
età: impossibile ricostruire quelle dinamiche che noi
abbiamo invece inteso ripercorrere in questa impor-
tante edizione.
Con questa sezione ci addentriamo dunque in un ter-
reno instabile, di difficile definizione, troppo recente
per poter essere “riordinato” secondo possibili codici
storiografici. Gli artisti scelti hanno però tra loro non
poche affinità elettive, vicini non tanto per linguag-
gio e storia personale, quanto per aver condiviso un
momento artisticamente e culturalmente complesso,
quale sono stati gli anni Ottanta e Novanta. Indagan-
do le raccolte del territorio sono emerse presenze
diffuse e molto gradite ai collezionisti, a partire da-
gli artisti che hanno partecipato (e trionfato) al Pre-
mio Morlotti, quali Velasco Vitali, Giovanni Frangi,
Alessandro Papetti, Luca Pignatelli. Le loro opere in
mostra – che offrono una notevole testimonianza di
queste quattro personalità forti dell’arte italiana degli
ultimi decenni – provengono proprio dal patrimonio
che il Comune di Imbersago ha raccolto grazie al
Premio. Sono artisti vicini agli ambienti Testoriani,
frequentati anche da Sergio Battarola, presente con
un’opera tormentata e drammatica ben esemplificati-