99
sulla percezione, a partire da un capolavoro di Bruno
Munari, artista e designer, ispiratore e mentore di un
gruppo di giovani artisti in cerca di una nuova forma
espressiva.
Il 15 maggio 1962 viene inaugurata nel Negozio Oli-
vetti della galleria Vittorio Emanuele di Milano la mo-
stra “Arte Programmata”. Il nome si deve a un’intui-
zione del geniale Munari, La teorizzazione del nuovo
linguaggio è invece di Umberto Eco che firma il cata-
logo edito per l’occasione. Gli artisti sono i milanesi
del Gruppo T (Anceschi, Boriani, Colombo, Devec-
chi, Varisco), i padovani del Gruppo N (Biasi, Co-
sta, Chiggio, Landi e Massironi), a cui si aggiungono
Enzo Mari e lo stesso Munari. La collaborazione con
Olivetti ben testimonia il clima culturale del tempo,
felicemente segnato dalla proficua collaborazione
tra arte d’avanguardia e industria, in questo caso, tra
l’altro, un’azienda che lanciava in quegli anni il primo
grande computer transistorizzato al mondo.
Sebbene non sia certo la prima volta che l’arte si
confronta con la scienza della percezione, gli arti-
sti di questo nuovo movimento inaugurano una vera
e propria rivoluzione, proponendo un cambiamento
formale perfettamente al passo con i propri tempi.
“Consideriamo la realtà come continuo divenire di fe-
nomeni che noi percepiamo nella variazione” recita
il loro manifesto teorico nel 1960. E sulla percezione
ottica e le sue variabili si basa la loro ricerca, con
esiti che richiedono il coinvolgimento dello spettatore
<
La sala dedicata al Gruppo N e al Gruppo T
> Bruno Munari,
Negativo-positivo
, 1995, tela
> Gianni Colombo,
Spazio elastico,
1973, legno e elastici