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va della tensione emotiva e dell’istinto pittorico di una
generazione tornata alla pittura per una profonda
esigenza interiore, con linguaggi fortemente espres-
sivi. Risponde alla medesima tensione la ferita sutu-
rata, plasmata nella materia, di Armando Fettolini, le
cui intense ed emozionanti opere sono ben presenti
nelle collezioni del territorio. Così come è assai dif-
fuso il lavoro di Gaetano Orazio, la cui grande tela in
mostra ben testimonia la personale poetica di un ar-
tista che non si è mai dato confini creativi. Il percorso
prosegue con il segno veemente ed espressivo di
Alessandro Verdi, figlio di un indomabile istinto pitto-
rico, per poi articolarsi in linguaggi diversi che vanno
dalle forme surreali e immaginifiche di Gianluigi Ca-
stelli, al nitore silenzioso delle architetture milanesi
di Marco Petrus, allo stagno tracciato nel colore dal
segno sicuro di Antonio Pedretti fino alle laceranti vi-
sioni cromatiche di Fabio Maria Linari, altro artista
assai vicino a Giovanni Testori.
Sorprende, per la stringente attualità del soggetto,
l’opera di Giangi Pezzotti, che evoca un tema oggi
tristemente in voga: la tragedia dei migranti in mare.
L’ultima sala, invece, invita a un cambio di passo,
portando verso altri lidi la riflessione sul colore, tanto
presente anche nelle altre opere in mostra. Si comin-
cia con le cromie vibranti di blu del paesaggio sospe-
so tra realtà e immaginazione dipinto da Alessandro
Savelli per proseguire con il rosso acceso, altrettanto
efficace, del lavoro di Tommaso Cascella. Il colore si
fa trasparente, perdendosi in sofisticate ed eleganti
sfumature nella monumentale tela di Franco Guer-
zoni per riaccendersi in superfici che giocano con
la percezione nelle opere di Giorgio Vicentini, fino
a divertirsi con i contrasti e con la terza dimensione
nell’opera di Renzo Nucara, presente in mostra con
un’opera precedente alla sua esperienza nel Cra-
cking Art Group. Completano il percorso espositivo
due scultori, entrambi molto amati dal collezionismo
dell’area presa in esame: Claudio Borghi, presente
con due colonne di corten, ben rappresentative del
percorso dell’artista, e Dolores Previtali, in mostra
con tre opere che testimoniano a pieno la tensione
emotiva della sua ricerca.