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< La sala dedicata a Capogrossi, Burri e Tancredi
> Edoardo Fraquelli,
Senza titolo
, dettaglio, 1994, olio su tela
Nasce la cosiddetta stagione dell’informale, termine
coniato dal critico parigino Michel Tapié e utilizzato
per la prima volta nel 1952, teso a indicare non un
movimento ben definito quanto piuttosto una voca-
zione a infrangere gli schemi figurativi tradizionali.
È ad alcuni dei protagonisti italiani di questo momen-
to storico che fa riferimento la selezione delle opere
esposte a villa Brivio. L’eterogeneità dei linguaggi
testimonia la complessità di questa tendenza, ben
difficile da racchiudere in un’unica definizione. Un’in-
tensa sequenza di dipinti e sculture che testimonia-
no una tendenza espressiva ampia e articolata attra-
verso alcuni dei più importanti e noti nomi dell’arte
italiana degli ultimi sessant’anni, presenti con opere
di varia datazione ma sempre ben rappresentative
della loro ricerca. Il percorso prende avvio da una
straordinaria scultura in marmo nero di Giò Pomo-
doro, un’onda emotiva scolpita nella materia: una
foresta, secondo l’immaginario dell’artista, ma la
struttura sinuosa e dinamica dell’oggetto si impone