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camente al villeggiare.
Accostando le immagini di villa Carcano ad Orseni-
go e della facciata sul giardino di Villa Brivio, non si
può che attribuire la paternità del rinnovamento di
quest’ultima all’architetto Giacomo Moraglia: il gran-
de frontone spezzato che racchiude una finestra se-
micircolare, le due lesene che delimitano a tutt’altez-
za quelle parti di edificio che risultano, dal punto di
vista compositivo, le più importanti, l’utilizzo di archi
che scandiscono orizzontalmente il piano nobile,
sono i più evidenti tratti in comune.
Il progetto del Moraglia stravolge radicalmente la
Villa e le attribuisce un nuovo orientamento; l’altiso-
nanza della facciata sul giardino infatti, che forse ha
già abbandonato gli schemi tipici di quello all’italia-
na, rimarca il corpo di fabbrica destinato al proprieta-
rio, mentre in via San Sebastiano viene ridisegnato
il prospetto che ricorda quelli della città capoluogo
lombardo, in particolare Palazzo Casati e Palazzo
Brivio.
Nel 1839 Giambattista Brivio decide di liberarsi com-
pletamente di tutti i beni di Nova appartenuti alla sua
famiglia per quasi trecentocinquant’anni, vendendoli
a un nobile genovese, il Marchese Agostino Monti-
celli. Quest’ultimo incarica nuovamente l’architetto
Moraglia per adattare la villa alle proprie esigenze,
come dimostra la sequenza di camere al di sopra
del portico d’ingresso, realizzate in un secondo mo-
mento. La morte di Agostino Monticelli fa presumibil-
mente cadere l’interesse della famiglia Monticelli per
i possedimenti in Brianza a favore della città natale
Genova, tanto che l’11 dicembre 1847, Villa Brivio
passa nuovamente di mano: Pietro Monticelli, figlio
del marchese Agostino, cede tutti i beni posseduti in
Nova, alla Famiglia Prinetti-Vertua.
La Villa viene nuovamente rivoluzionata, ristrutturata
in forme neoclassiche forse su disegno di Leopold
Pollack e ampliata secondo il consueto schema a U
tutt’oggi visibile; numerose stanze conservano affre-