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Brianza: terra d’artisti?
Questo era il titolo un po’ provocatorio di un progetto da
me curato nel 2009 che si proponeva di gettare uno sguardo sulla scena artistica
briantea dal 1950 ai nostri giorni. Dall’indagine emergeva un dato interessante:
non solo la Brianza non è la terra impermeabile all’arte che qualcuno vorrebbe,
ma vanta, anzi, una straordinaria tradizione di artisti, collezionisti, galleristi e ap-
passionati.
Zona difficile da definire dal punto di vista storico e geografico, la Brianza è un’area
eterogenea e contraddittoria, molto operosa e produttiva, ma spesso considerata,
ingiustamente, poco sensibile all’arte e alla cultura. Per questo Tracce di contem-
poraneo 2015, alla sua quarta edizione, ha voluto cambiare prospettiva, abbando-
nando quella più classica dell’artista in dialogo con gli spazi di una villa, per adot-
tarne una più complessa e interessante dal punto di vista dell’indagine territoriale,
quella del collezionista.
Il collezionismo privato costituisce uno dei fenomeni più interessanti di un’area
industriale quale quella presa in esame: ne offrono una notevole testimonianza
realtà storiche come il Premio Lissone, splendido esempio di un’iniziativa cultura-
le nata dal felice incontro tra volontà pubblica e privata. Partire dal punto di vista
dei collezionisti – ripercorrere le ragioni e le storie delle loro passioni, indagare le
dinamiche della formazione dei nuclei principali delle raccolte, individuarne le pre-
senze più diffuse – apre inaspettati percorsi di storia dell’arte, tutti da scoprire, e
offre, soprattutto, motivi di riflessione importanti sulla relazione tra artista e società
e sull’evoluzione del gusto e del mercato in un territorio. Mercato, certo. Inevitabile
parlare anche di questo. Ma dalla nostra indagine emerge un elemento che non
può essere trascurato: le scelte dei collezionisti che abbiamo coinvolto nel proget-
to ben raramente sono state dettate da finalità economiche o attitudini finanziare.
Le famiglie che ci hanno aperto le loro case si sono avvicinate all’arte per passione
e hanno scelto i loro acquisti sempre con un preciso motivo o seguendo il proprio
gusto personale. Storie di industriali che hanno sostenuto artisti emergenti, parte-
cipato attivamente alla vita artistica, frequentato gallerie, aste, mostre pubbliche e
momenti di incontro ma anche ospitato gli artisti nei proprio salotti, in un confronto
che supera di gran lunga l’aspetto commerciale dell’arte per entrare in quello più
umano. Sono gli stessi collezionisti che oggi amano raccontare le ragioni delle loro
scelte, ricordando momenti passati – vicini o lontani nel tempo poco importa –,
dando all’opera esposta sulle loro pareti un valore aggiunto: quello del loro sguar-
do, del loro personale punto di vista.